HomeNotizieCRONACAFasonisti, battaglia per la sopravvivenza

Fasonisti, battaglia per la sopravvivenza

Lettera aperta di un imprenditore locale che realizza capi di abbigliamento per conto di Ittierre: la sua personale odissea per resistere alla crisi e non solo

ISERNIA. Fasonista è un’azienda che crea capi di abbigliamento per conto terzi (brand famosi o grande distribuzione). Fasonista è una piccola media impresa che impiega dalle 10 alle 20 persone e che produce tutto ciò che riempie le vetrine delle boutique di moda o le passerelle delle sfilate, permettendo a stilisti di fama mondiale o emergenti, di raggiungere obiettivi e traguardi prestigiosi, mettendo a loro servizio competenza, esperienza e professionalità scaturite da ore e ore di lavoro ed impegno. Nel Molise esistono, o meglio resistono, circa una settantina di fasonisti che impiegano una media di 15 lavoratori per un totale di più di 1000 addetti. Un numero certamente non indifferente visto la scarsità di offerta di lavoro presente sul territorio. Un fasonista è il sottoscritto, che oltre 20 anni fa, al chiedere lavoro ha preferito offrirlo, creando dal nulla una bella realtà artigianale il cui punto di forza è sempre stata l’accuratezza e la precisione, garanzie di una qualità eccellente, messa al servizio della Ittierre (che all’epoca rappresentava un importante riferimento per la moda italiana ed era il fiore all’occhiello della regione Molise) senza mai deluderne le aspettative e realizzando capi di alta moda per prestigiosi marchi quali D&G, Versace, Ferrè, Extè, Cavalli, Costume National, etc. Un’azienda, la Ittierre portata al fallimento per cause ancora da accertare, imputabili troppo facilmente alla crisi economica. Fasonista è colui che ha letteralmente pagato questo fallimento, vedendosi congelare i crediti vantati nei confronti dell’azienda, ma non i propri costi aziendali e che, pertanto, si è visto costretto ad indebitarsi ulteriormente per non soccombere: oggi paga un “mutuo”, che per quanto possa apparire paradossale, è stato generato dai suoi stessi crediti. E’ colui che si è visto recapitare una azione revocatoria, che per quanto prevista dalla legge, è stata intrapresa senza analizzare le singole posizioni delle imprese creditrici, caricando le medesime dell’onere di dimostrare la propria regolarità, con ulteriore aggravio di spese legali e perdita di tempo prezioso. E nonostante tutto non si è arreso, perché crede nella propria azienda, perché non vuole buttare anni di sacrificio e duro lavoro, perché vuole continuare ad offrire occupazione e quindi futuro a se stesso e a maestranze considerate “persone” e non numeri, e allora si rimbocca le maniche e tira avanti senza aiuti concreti, senza appoggi, senza garanzie se non le proprie, ma solo con il proprio coraggio , la propria determinazione, il proprio sacrificio. Fasonista è colui che  sceglie di crederci. Perché produce abbigliamento “Made in Italy”. Quel “Made in Italy” tanto declamato da tutti come unica soluzione per rilanciare l’economia nazionale e tanto richiesto dai mercati in pieno sviluppo perché rappresenta l’eccellenza italiana nel mondo. E allora fasonista è colui che, nel turbolento momento economico finanziario che stiamo attraversando e che ha riscontri negativi nella nostra Regione, coinvolgendo anche l’attuale gestione Ittierre continua a lavorare nonostante il prolungarsi delle scadenze dei pagamenti, consegna le commesse per consentire l’evasione degli ordini delle varie Mason, consegna il campionario per le vendite e per non bloccare il ciclo produttivo già in ritardo sulla tabella di marcia a causa di ritardi nell’approvvigionamento delle materie prime. Collabora con le aziende, con gli addetti ai lavori, i sindacati, le maestranze, con la stessa politica e quanti sono coinvolti in questa drammatica situazione nel tentativo di trovare un accordo che porti ad una risoluzione ottimale per tutti. Avere e gestire oggi una piccola media impresa è tutt’altro che facile. Riuscire a farlo in maniera onesta e dignitosa costa molta fatica e sacrificio. Ci vuole dedizione e passione e tanto spirito di collaborazione. Innovazione e sviluppo, ricerca continua di idee e, nel caso specifico della moda, abilità e precisione. Ma si può fare. Ciò che non deve assolutamente mancare è la riconoscenza. Indispensabile quella economica perché il peso fiscale di una piccola e media impresa è imponente ed impossibile senza risorse. Non meno importante è la riconoscenza del proprio ruolo. Perché di paladini che si fanno portatori delle cause delle piccole e medie imprese sono pieni quotidiani e talk show, ma alla fine dei conti, di concreto, non c’è mai nulla che valga la pena di menzionare. I fasonisti sono stati delusi, congelati, indebitati, accusati, abbandonati, evitati e persino derisi! Un fasonista è perfettamente consapevole dell’importanza del proprio ruolo all’interno della realtà produttiva. Altri dovrebbero cominciare a rendersene conto, perché come citava Winston Churchill: “Molte persone, vedono l’impresa privata, come una tigre feroce, da uccidere subito. Altre invece, come una mucca da mungere. Pochissime la vedono come è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio traina un pesante carro”.

FIRMATO
Un fasonista molisano

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