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Vacanze estive, 22 Stati europei off-limits (o quasi) per gli italiani: ecco quali

Altre nazioni hanno deciso di imporre due settimane di quarantena. Porte aperte in Francia, Spagna e Olanda ma con regole di sicurezza


Via libera agli spostamenti oltre confini. Ma ben 22 Stati europei sono off-limits, o quasi, per gli italiani. Dunque, si riduce la scelta delle mete turistiche per i cittadini del Bel Paese, al momento non considerati da tutti graditi ospiti.

IL CASO DELLA GRECIA. A rompere gli indugi con il proprio ‘no’ all’Italia è stata la Grecia, già venerdì scorso. Tuttavia, nelle ultime ore – riferisce il Corriere della Sera – sul sito dell’ambasciata greca a Roma appare un post dal titolo: “La Grecia è di nuovo pronta ad accogliere il mondo”, che, nella sostanza, sta a significare che la nazione apre le sue frontiere, ma con regole ferree nei confronti dei turisti italiani. All’arrivo in aeroporto – si apprende dall’articolo a firma di Monica Ricci Sargentini – i viaggiatori provenienti dalle zone a rischio, che per l’Italia sono Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, verranno sottoposti tutti al test. “È richiesto il soggiorno di una notte in un albergo designato – recita la nota dell’ambasciata – Se il test è negativo, il passeggero si mette in auto- quarantena per 7 giorni. Se il test è positivo, il passeggero viene messo in quarantena sotto controllo per 14 giorni”. Per tutti gli altri turisti il tampone sarà effettuato soltanto su un campione.

ECCO I PAESI CHE CHIUDONO AGLI ITALIANI. Anche l’Austria ha una posizione rigida verso l’Italia, ma in divenire. Il Paese ha annunciato che dal 15 giugno consentirà la libera circolazione senza alcun controllo alle frontiere con Germania, Svizzera e Liechtenstein ma non con l’Italia, considerata ancora un “focolaio”. Tuttavia, – si legge ancora sul Corsera – i governi di Vienna e Roma si stanno parlando. E la situazione potrebbe mutare già la prossima settimana.

Italiani “indesiderati” anche per i vicini Svizzeri, per Cipro e per Danimarca, Germania, Malta, Finlandia, Polonia, Romania, Ungheria, Svezia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania, Belgio, Bosnia, Polonia, Norvegia, Montenegro, Ucraina e Russia.

Data la situazione, Bruxelles starebbe cercando di mediare per spingere gli Stati al compimento di scelte sulla base di criteri comuni e comunque ispirati a criteri epidemiologici. Dunque, non si escludono passi indietro nei prossimi giorni.

LE METE CONSENTITE. Porte aperte, invece, in Francia, Olanda, Portogallo, Spagna, Turchia, Croazia, Slovenia, Lettonia, Albania, Serbia e Kosovo. Qualcuno di questi Paesi, come Slovenia e Serbia, hanno già tolto i sigilli ai propri confini. Altri lo faranno perlopiù dal 15 giugno, non senza un catalogo di “istruzioni igieniche” (in Turchia), o la dimostrazione con autocertificazione di essere in buone condizioni di salute. In Olanda vige lo slogan “Clean&Safe”, ossia pulito e sicuro.

QUARANTENA OBBLIGATORIA. Altri Paesi hanno scelto, invece, la strada di imporre la quarantena obbligatoria a coloro che dall’8 giugno decidessero di varcare i loro confini. Ma ciò significa che, una volta giunti nella meta prescelta, i turisti dovranno osservare l’isolamento, verosimilmente in una stanza d’albergo, per ben due settimane.

Tra questi Paesi c’è in primis il Regno Unito, dove la violazione dell’obbligo sarà sanzionata per mille sterline; a seguire: Irlanda, Bulgaria e Macedonia del Nord. In questi tre Stati la quarantena è necessaria solo per coloro che provengono dalle nazioni considerate a rischio, ma purtroppo l’Italia fa parte della black list. Ancora incerta la situazione dell’Islanda.

 

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