Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità non ci sarebbero necessarie evidenze sull’intercambiabilità dei farmaci. Intanto, l’Ema ha avviato una revisione anche di Johnson & Johnson alla luce di alcuni eventi tromboembolici segnalati negli Usa
L’Oms ‘boccia’ sostanzialmente l’idea della Francia, annunciata dal ministro della Sanità Olivier Véran, di non dare alle persone sotto i 55 anni la seconda dose di Astrazeneca, bensì quella di un altro vaccino.
Decisione scaturita dalle vicende avverse in cui è coinvolto il farmaco dell’azienda anglo-svedese, ‘sotto osservazione’ per i diversi casi di trombosi segnalati tra i soggetti giovani.
Per l’Organizzazione mondiale della sanità – riferisce l’Ansa – non c’è “alcun dato adeguato” sull’intercambiabilità dei vaccini. E un portavoce della Commissione Ue, interrogato sulla sicurezza del vaccino ha ribadito, citando l’Ema: “Non c’è ragione di fermare la somministrazione della seconda dose di AstraZeneca”, considerando che “i benefici sono maggiori dei rischi”.
Intanto, – si apprende – l’Agenzia europea del farmaco ha altresì avviato una revisione per valutare segnalazioni di eventi tromboembolici in quanti hanno ricevuto il vaccino anti-Covid Janssen. “Dopo la vaccinazione col siero di Johnson & Johnson sono stati segnalati quattro casi gravi di coaguli di sangue insoliti con piastrine basse negli Usa, di cui uno fatale. Il vaccino ora viene utilizzato solo negli Stati Uniti, con un’autorizzazione all’uso di emergenza. Nell’Ue è stato autorizzato l’11 marzo, ma non viene ancora inoculato in nessuno dei 27 Stati, anche se è previsto in consegna nelle prossime settimane. Al momento non è chiaro se vi sia associazione causale”.
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