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Sanità, Frattura come Pirandello: uno, nessuno e centomila. La metamorfosi del Commissario, tra giravolte e cambiali elettorali

Per anni, il centrosinistra ha fatto il tifo perché la sanità molisana venisse commissariata e gestita da Roma. Da Antonio Di Pietro a Michele Petraroia, dai comitati civici ad attuali esponenti politici: tutti affascinati dalle calcolatrici e dai ragioneri romani. Intanto, il Piano Sanitario Regionale sparisce dal sito della Regione Molise. E se a marzo il governatore Frattura affermava: “Piena condivisione e collaborazione con il commissario Basso”, oggi ci ripensa: “Mi opporrò agli schiaffi del Ministero”. E rispolvera la strategia di Michele Iorio contro il sistema della capitale : “Dal 2009 a oggi la sanità molisana è stata gestita da burocrati che hanno solo peggiorato la situazione. La colpa è dello Stato, non della Regione”. Tante le promesse elettorali fatte sugli ospedali di Venafro, Agnone e Larino, troppo ridotti gli spazi per poterle mantenere. E Frattura lo sa: che voglia farsi rimuovere da Roma per non avere responsabilità?

CAMPOBASSO. Alla fine, Paolo Frattura dà ragione a Michele Iorio, smentendo se stesso e il centrosinistra. Perché è questo il dato politico più rilevante emerso dalle sue recenti dichiarazioni. Un’inversione di marcia a 180 gradi, un cambio di strategia che non può lasciare indifferenti, soprattutto i suoi alleati di maggioranza. Paolo Frattura, governatore del Molise, ha dichiarato guerra a Roma e al sistema dei burocrati che dal 2009 gestiscono la sanità molisana. “Se gli obiettivi chiesti dalla Capitale, dal tavolo ministeriale sulla sanità, non sono stati raggiunti, come difatti è accaduto, lo si deve, secondo quanto deciso dalla Corte costituzionale, all’inefficienza dello Stato stesso, visto che dal 2009 (quando Iorio era presidente della Regione, ndr) a oggi la sanità molisana è stata gestita da burocrati che hanno soltanto peggiorato la situazione. Ferma opposizione agli schiaffi del ministero”, afferma Frattura che continua: “Il Piano Sanitario di Basso è carta straccia, è una semplice esercitazione, non esiste, non lo firmerò mai”.

Parole pesanti, pesantissime, vere e proprie cannonate che, però, smentiscono le sue stesse dichiarazioni di marzo e luglio, quando il governatore affermava entusiasta: “Andiamo avanti con il risanamento dei conti. Assieme al commissario Basso condivideremo gli atti necessari a ribaltare il giudizio fortemente negativo che ancora oggi il Governo esprime nei confronti della Regione Molise. Dimostreremo di non essere contrari a processi di cambiamento, riqualificazione, riorganizzazione e razionalizzazione del servizio sanitario regionale. Manterremo fede agli impegni presi per il Piano di rientro”.

Frattura, dopo sette mesi di parole e bei propositi, sembra aver compreso che i margini di manovra sono limitatissimi, che il mantenere fede – alle promesse elettorali e agli impegni assunti con i comitati per la salvezza degli ospedali di Venafro, Agnone e Larino – è praticamente impossibile. Così, il cambio netto di strategia, che lascia basiti. Non più collaborazione con Roma. Ed ecco arrivare la dichiarazione di guerra ai burocrati della sanità. Tardiva, troppo tardiva. Perché quando Michele Iorio si opponeva alle calcolatrici e ai ragionieri capitolini, il centrosinistra – in Molise e a Roma – faceva le imboscate affinché il Governo commissariasse la sanità molisana e mandasse i burocrati (gli stessi cui oggi si oppone  Frattura) per chiudere gli ospedali. E così è stato. Una presa di coscienza davvero tardiva, un atteggiamento – oggi privo di senso – che chi si è candidato a governare la regione avrebbe dovuto assumere in precedenza, non dopo aver chinato il capo a  Roma e dopo aver firmato improbabili contratti sulla salvezza degli ospedali.

Per Paolo Frattura commissario alla sanità potrebbe arrivare ben presto la rimozione, egli stesso ne è consapevole: “Il sottoscritto quel Piano Sanitario non lo pubblicherà mai, a meno che il Commissario non sarà a sua volta commissariato”. Spera, forse, che la sua nuova strategia ‘bellica’ nei confronti dei burocrati serva per scatenare la dura reazione del governo centrale? Spera, forse, di essere rimosso, così da non aver più responsabilità? Possibile, addirittura bene informati riferiscono che “Frattura stia giocando la sua ultima carta” in questa estenuante guerra che vede contrapporsi, da una parte, studi legali, ragionieri, matite, calcolatrici e, dall’altra, la salute dei cittadini.

Insomma, una nuova veste per Frattura, che in sette mesi è passato dalla condivisione e dal clima di serenità con la struttura commissariale, alla guerra e all’opposizione ”agli schiaffi del Ministero”. Un governatore-commissario che continua a rassicurare l’oste di turno in ogni cantina che visiti, pur sapendo di non poter dar concretezza e sostanza alle sue parole. Una perenne campagna elettorale, un continuo pontificare di un uomo – pressato dalle proteste dei comitati e dall’eco delle promesse – costretto a fare le giravolte e a invertire nuovamente rotta. Ma lo sa, e se non lo sa dovrebbe prenderne atto, che le promesse mancate di un governatore – non più solo un candidato – peseranno sulla sua credibilità politica e personale? C’è chi ha accettato di perdere le elezioni pur di non perdere il Molise, vessato dal Governo e da chi quella direzione sbagliata l’ha utilizzata strumentalmente per fare caciara. Gli ospedali chiuderanno, inutile raccontarsi balle, e il commissario Frattura, scommettiamo, si stupirà?

Vitangelo Moscarda

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