In attesa della proclamazione dei consiglieri e della prima riunione dell’assemblea di Palazzo D’Aimmo. Cavaliere, Romagnuolo, Niro e Cotugno tra i ‘papabili’. Per Pallante forse la presidenza dell’assise


CAMPOBASSO. Giunta a quattro. E assessorati per i partiti che hanno portato in aula almeno due consiglieri, tenendo ‘congelato’, per il momento, l’incarico da sottosegretario. Da assegnare in una seconda fase. Questo il criterio che il neo governatore del Molise Donato Toma dovrebbe seguire per comporre il suo esecutivo.

Con una trattativa che formalmente ancora non comincia (anche se il ‘totonomi’ impazza da tempo) in attesa della proclamazione dei consiglieri (forse già domani) e soprattutto in attesa della presentazione delle liste per le Comunali del 10 giugno. Operazione che sta impegnando i leader di partito. Quindi tutto rinviato, almeno come confronto politico, a sabato pomeriggio. Almeno per la trattativa ufficiale, perché quella ufficiosa è iniziata già da tempo.

Toma chiamato dunque ad accelerare per la composizione del suo esecutivo, per poterlo presentare alla prima seduta del nuovo Consiglio regionale, da convocare tra una quindicina di giorni. Forse anche meno, se la Corte d’Appello completerà in tempi stretti le verifiche. 

Con il neo governatore che si è dichiarato di Forza Italia, agli ‘azzurri’, che hanno eletto tre consiglieri, dovrebbe spettare una sola poltrona, con Nicola Cavaliere, il più votato della lista, in pole position e il primo dei non eletti Massimiliano Scarabeo ad attendere per la surroga. Quasi certo l’assessorato per Vincenzo Cotugno, di Orgoglio Molise, che dimettendosi da consigliere farebbe entrare in aula Paola Matteo.

Una casella dovrebbe andare alla Lega, ad Aida Romagnuolo, dando rappresentanza al partito di Salvini e al tempo stesso risolvendo la questione delle ‘quote rosa’. L’organigramma si dovrebbe completare con Vincenzo Niro, dei Popolari per l’Italia, mentre l’incarico da presidente del Consiglio potrebbe spettare all’esponente di Fratelli d’Italia Quintino Pallante. Carica importante, di grande visibilità, come hanno evidenziato quelli che l’hanno gestita in passato.

Resterebbe fuori Salvatore Micone, dell’Udc, che potrebbe rientrare in caso di Giunta a cinque, così come anche l’ex governatore Michele Iorio, che in virtù della sospensione prevista dalla legge Severino e in attesa del pronunciamento della Cassazione, dovrebbe lasciare il posto aula al primo dei non eletti Eleonora Scuncio. Per tornare a Palazzo D’Aimmo dopo il verdetto della Suprema Corte, o al termine del periodo di sospensione. Magari con l’incarico da sottosegretario, per il momento tenuto in stand-by. O con un posto da assessore, in caso di allargamento dell’esecutivo in una fase successiva all’avvio della legislatura. 

Carmen Sepede

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