A Palazzo D’Aimmo i consiglieri dedicano uno spazio fisico, che simboleggia le troppe vittime di femminicidio ma anche azioni normative per il rispetto della parità di genere
CAMPOBASSO. Una poltrona rossa, un paio di décolleté dello stesso colore e una rosa bianca. E’ il posto ‘occupato’ in Consiglio regionale, uno ‘scranno’ virtuale dedicato a tutte quelle donne che non hanno potuto esserci perché vittime di un amore malato. Che non ce l’hanno fatta.
Stamattina a Palazzo Moffa il presidente dell’assise, Salvatore Micone, assieme ad una ampia rappresentanza dei consiglieri regionali – senza distinzioni politiche – fra i quali due delle donne che siedono fra i banchi – Paola Matteo e Mena Calenda (nella foto, ndr) – per parlare di femminicidio, di parità di genere, di opportunità negate, di un fenomeno (criminale) che genera numeri spaventosi.
Tutti concordi nel sottolineare che si tratti di un simbolo, che deve camminare di pari passo con politiche e iniziative legislative che mirino a tutelare le donne vittime della cieca violenza di uomini che dicono di amarle. E in questo solco camminano le iniziative sulla modifica dello Statuto che ‘guardano’ proprio all’universo femminile, garantendo una partecipazione nei ruoli esecutivi e nelle partecipate.
Il momento commemorativo si inserisce anche in quella predisposizione del Governo, nota come ‘codice rosso’ che garantisce una sorta di corsia preferenziale nella parte delle indagini e delle tutele da mettere in campo per le donne vittime di maltrattamenti, di episodi di violenza. Un atto dovuto a tutte quelle mogli, fidanzate, madri che hanno denunciato, hanno chiesto aiuto e protezione ma che hanno perso la vita nell’attesa di indagini più veloci, sentenze più tempestive.
Dai simboli si deve passare alla realtà, alla tutela normativa e ad una giustizia più celere. E il Consiglio regionale del Molise comincia a mettere la prima pietra per una società che coinvolga di più l’altra metà del cielo anche nei ruoli di vertice.
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