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Coronavirus, Fanelli critica sul microcredito: troppe carte da inviare senza la certezza dei 5mila euro

In merito al prestito che la Regione ha previsto per il tramite di Finmolise. La dem punta il dito sulla difficoltà della procedura da seguire e rilancia sui contributi a fondo perduto


CAMPOBASSO. Coronavirus e microcredito fino a 5mila euro per le imprese molisane in crisi a causa dell’emergenza Covid-19, per il capogruppo del Pd Micaela Fanelli la procedura avviata dalla Regione richiede la produzione in tempi record “di una montagna di carte e documenti, senza avere nemmeno la certezza di poter accedere ad un vero aiuto, ma soltanto ad un prestito, che di agevolato non sembra avere proprio niente”.

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Una procedura complessa, secondo la dem, che al posto del bando pubblico da 8 milioni di euro aveva proposto contributi una tantum e a fondo perduto alle piccole e piccolissime alle attività produttive in difficoltà.

“Stando all’avviso ‘Micro credito Covid-19 pubblicato sul sito della Finmolise – chiarisce Fanelli – per poter accedere al prestito di 5mila euro a tasso zero, dicono, e in regime de minimis, le micro e piccole imprese molisane dovranno: scaricare, compilare, firmare, scannerizzare e rimandare 7 pagine di documentazione necessaria per l’iniziale accreditamento al Mosem (il sistema informativo unitario per la gestione e il monitoraggio degli investimenti pubblici).  E poi ritrasmettere 4 dei 6 allegati che compongono la domanda di accesso alle agevolazioni: 3 pagine per la richiesta; 3 pagine di informativa privacy; 4 pagine del foglio informativo; 1 pagina per l’autodichiarazione del fatturato conseguito nel 2019 e, dulcis in fundo, anche il Durc”.

“Poi – precisa ancora il consigliere del Pd – è indispensabile produrre la visura camerale da richiedere alla Camera di Commercio (cosa poco opportuna in tempi di Coronavirus) oppure avvalersi di un professionista abilitato alla richiesta on line (con un costo minimo, ma pur sempre un costo). Ovvio che se si tratta di finanziamenti del fondo Fesr l’utilizzo di Mosem è obbligatorio. Ma il punto è proprio questo: perché non scegliere una fonte finanziaria diversa, in modo da poter offrire le risorse evitando un meccanismo così complicato?  Proprio sui costi, un’altra assurda nota dolente: bisognerà sborsare 216 euro per la registrazione del contratto di finanziamento (in caso di accettazione della domanda) ai quali, con tutta probabilità, si dovrà aggiungere il compenso per il commercialista, indispensabile, vista la procedura non proprio agevole per chi non ha dimestichezza con le ‘carte’, per compilare e trasmettere la pratica per il click day del 16 aprile”.

Secondo Fanelli se si chiedesse un prestito in banca si spenderebbe di meno e lo si otterrebbe molto più semplicemente e velocemente. Così come se si avesse la residenza in Campania, dove il governo regionale ha previsto 2000 euro a fondo perduto per tutte le piccolissime imprese attualmente ferme, che impiegano un massimo di 10 dipendenti, semplicemente con un solo modulo di domanda on line da inviare via pec, senza necessità di visure (le verifiche sono a carico della Regione), nessun durc e accredito diretto sull’iban comunicato. Meccanismo semplificato previsto anche per i professionisti, i coltivatori diretti e i lavoratori stagionali in difficoltà. Senza parlare del meccanismo nazionale, più conveniente e veloce, rimarca ancora.

“In più, in Molise esiste il rischio, in verità assai probabile, di non vedersi accolta la pratica, stante l’esiguità del plafond a disposizione per le circa 1600 richieste ad oggi stimate – la previsione di Fanelli. Per questo, mi chiedo e chiedo al presidente Toma, non si poteva – come mi assicurano tanti commercialisti, suoi colleghi – predisporre un unico modulo con i soli due dati necessari ed indispensabili, cioè il codice Ateco e il fatturato nell’anno precedente, con tutte le altre verifiche a carico della Regione? Magari utilizzando la posta elettronica certificata, per assicurare velocità e certezza giuridica. E’ questo il grande aiuto offerto in tempi veloci e senza burocrazia promesso a più riprese dal governo guidato da Donato Toma? – conclude Fanelli – Evidentemente e tristemente, sì”.

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