HomeLifestylePiù legumi e non solo nella dieta del futuro per un’alimentazione sostenibile

Più legumi e non solo nella dieta del futuro per un’alimentazione sostenibile

Il nostro regime alimentare sta diventando sempre meno sostenibile per l’ambiente. Per avere un miglioramento, potrebbe essere necessario adottare un cambiamento delle nostre abitudini alimentari nei prossimi anni


Fame e obesità: due facce opposte del Pianeta Terra. Il nostro è il mondo delle contraddizioni. Se da un lato le Nazioni Unite hanno stimato che attualmente circa 795 milioni di persone al mondo soffrono la fame, pari ad una persona su nove, con un numero che potrebbe raggiungere i due miliardi nel 2015, dall’altra parte del mondo ci sono persone che devono combattere con patologie di obesità, sovrappeso e diabete.

Secondo i dati forniti dall’OMS, nel mondo esistono circa due miliardi di persone in sovrappeso, che rappresentano il 13% dell’intera popolazione mondiale: nella sola Italia, gli obesi sarebbero oltre 6 milioni, con una percentuale più che raddoppiata rispetto agli anni ’80. Non si tratta solo di adulti, poiché nel mondo sono circa 41 milioni i bambini con età inferiore ai 4 anni che sono in sovrappeso o obesi. I danni di un’errata alimentazione non riguardano però solo la salute del nostro corpo, ma anche la sostenibilità dell’ambiente.

La dieta tradizionale e i problemi sull’ambiente. In base a una ricerca dell’Università di Cambridge, l’aumento delle coltivazioni non sarebbe sufficiente a soddisfare le necessità di cibo nel 2050, per cui sarebbe necessario ampliare le zone coltivate. Proprio l’espansione dell’agricoltura e le colture intensive sono però tra le cause della perdita della biodiversità e dei cambiamenti climatici mondiali; pertanto aumentarne ulteriormente la portata non sarebbe auspicabile. Inoltre, produrre il cibo per alimentare il bestiame necessario a sfamare la popolazione mondiale significa anche investire in pesticidi e fertilizzanti azotati, che hanno notevoli conseguenze sull’inquinamento dell’aria.

Cosa fare? Modifichiamo la nostra alimentazione. Una possibile soluzione per ridurre gli impatti ambientali della nostra alimentazione potrebbe essere quella di modificare parzialmente le nostre abitudini alimentari, puntando su cibi differenti. Un’idea potrebbe essere quella di aumentare il consumo di insetti: questi sono attualmente vietati in Italia, anche se si tratterebbe di un’importante fonte proteica che potrebbe essere utile soprattutto nei casi di malnutrizione. A livello ambientale, l’allevamento degli insetti sarebbe poi meno invasivo di quello del bestiame, che necessita tra l’altro anche di importanti disponibilità di terreno. Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, nutrirsi di insetti, come già avviene in alcuni Paesi, potrebbe essere una possibilità in più per avere cibo più economico ma ugualmente nutriente.

Fondamentale nell’alimentazione del futuro sono anche i legumi, un alimento completo, ricco di nutrienti e a basso impatto ambientale. Le piante di legumi non hanno bisogno infatti di fertilizzanti chimici a base di azoto, altamente inquinanti, poiché vivono in simbiosi con alcuni insetti che assorbono l’azoto dall’ambiente e lo trasferiscono alle piante. La presenza di legumi nella dieta aiuta poi anche a combattere l’obesità e a prevenire alcune patologie croniche come il diabete. Negli ultimi anni per fortuna il consumo di legumi, almeno in Italia, sta già aumentando, anche grazie all’introduzione di alimenti di origine etnica nella nostra alimentazione, come la salsa thaina o l’hummus di ceci, le cui proprietà per la salute sono sempre più note grazie agli approfondimenti di portali dedicati all’alimentazione e al benessere come Almeglio.it, che spiegano dettagliatamente quali sono le proprietà e le calorie di ceci e degli altri legumi in commercio. L’importanza dei legumi per la nostra alimentazione è stata riconosciuta recentemente anche dalla Fao, che ha dedicato a questo alimento l’anno 2016.

L’importanza di tutelare la biodiversità. Un’altra tutela per un’alimentazione sostenibile va fatta verso la biodiversità, specifica di ogni territorio e fonte importante di sostenibilità ambientale; la biodiversità consente infatti di tutelare gli specifici contesti territoriali, le specie e le tradizioni alimentari da cui ogni cibo proviene: acquistare cibo a Km zero e originario di quel preciso territorio in cui lo stiamo consumando sarà sicuramente un valido aiuto per la natura e per l’ambiente.

Alessia Baldassarre

 

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