Antonio, per gli amici “Ndò” e per i conoscenti “Ndonio”, viene tutte le sante mattine alla mia edicola. Parla, parla, parla e alla fine, se tutto va bene, un giornale lo compra pure. Antonio ama disquisire sui fatti politici locali. Stamattina, ad esempio, si è fissato sul quinto assessore. Mi fa, con il consueto utilizzo spregiudicato e improprio della d: “Giangià, che ne pensi tu del quindo assessore?”. Volevo dare una risposta ma, come accade ogni volta, lui non mi ha dato il tempo di dire la mia. Perché è partito subito in quarta: “Alla fine è giusto, basta che non aumentano i costi della politica, basta con la demagogia”. Diceva le cose in modo abbastanza automatico, per questo ho intuito che non era proprio farina del suo sacco. Antonio ascolta e poi ripete. Un classico. Non riesci ad interrompere il suo sproloquio nemmeno se gli lanci una granata. Poi, però, pure lui ha sentito la necessità di riprendere fiato. E in quella frazione di secondo concessa dal cedimento fisico del mio “avversario”, sono riuscito a porre un domanda: “Ndò, ma la sinistra non dovrebbe pensare al lavoro? Che ci fa Andrea (il figlio disoccupato da 4 anni ndr) co ‘sto quinto assessore?”. Antonio, dopo una lunga esitazione, è passato oltre: “Dammi la settimana enigmistica Giangià, che s’è fatto tardi!”.
giangiacomo luperini, il vostro edicolante di fiducia