HomeREGIONEUnimol: Palmieri preoccupato, ma Frattura dichiara guerra

Unimol: Palmieri preoccupato, ma Frattura dichiara guerra

CAMPOBASSO. Le sorti dell’Unimol tengono banco nelle cronache degli ultimi tempi. E il dibattito sul tema è sfociato, praticamente, in un duro faccia a faccia (a distanza) tra il rettore Gianmaria Palmieri e il governatore Paolo Frattura. Che si parli dell’allocazione delle sedi universitarie, oppure che si metta addirittura in discussione la sopravvivenza dello stesso ateneo sulla scorta delle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, la quale è pronta ad eliminare i vari centri periferici delle università italiane (con grave pregiudizio per l’intera struttura del Molise), la Regione è ‘chiamata’ a collaborare per una positiva risoluzione della vicenda. Qualunque sia l’epilogo. Perché a tirarla in ballo è un preoccupato ma ‘garbato’ rettore, che dinanzi a un allarme ‘azzeramento’ dell’Unimol non perde occasione per ‘inchiodare’ le istituzioni alle loro responsabilità. Lo ha fatto con il sindaco di Isernia Luigi Brasiello, quando è stato sollevato il caso del paventato trasferimento della sede di via Mazzini a Pesche; lo fa con il presidente Frattura. Palmieri rimprovera alla Regione una scarsa propensione a mantenere fede agli impegni. Ma il governatore mal digerisce l’affronto e sbotta. “Il grido d’allarme lanciato da Gianmaria Palmieri a fronte dei rischi per la sopravvivenza del nostro ateneo, la cui importanza non sfugge a nessuno, – afferma attraverso una nota – sebbene condivisibile nella sostanza, ma non è condivisibile nell’impianto. Il rettore recrimina alla Regione di sbandierare rassicuranti garanzie liquidando i problemi sul tavolo con la soluzione già in tasca ‘domani, domani, domani’, senza poi nulla di fatto. Il rettore sa che non è così. Sa – ancora Frattura – perché ne è stato testimone e protagonista, qual è il modo di procedere della nostra amministrazione: quantificare le risorse e rispettare i tempi. Non facciamo promesse sapendo di non poterle onorare. Un’università qualificata, dunque non a rischio sopravvivenza, è un’università in grado di procedere con le proprie forze, in virtù dell’autonomia di funzionamento, che non sia rivendicata solo all’occorrenza. Un’università qualificata è in grado di mettere in campo idee e progetti di assoluta qualità, con l’attenzione necessaria, da sempre da noi invocata, al territorio e non un’università – affonda duro Frattura – che attende sempre e solo il ristoro della Regione. Siamo bravi tutti ad amministrare chiedendo come atto finale l’intervento risolutivo da parte di terzi. Sono logiche inapplicabili, per fortuna di tutti”. Fatte le incalzanti premesse, Frattura illustra: “A fronte di questo, – prosegue la nota – il rettore ancora sa bene quali sono i ruoli e i compiti dell’amministrazione regionale e quali quelli dell’Università, come si preserva l’autonomia dell’una e quella dell’altra, come si difende la sopravvivenza della prima e della seconda. L’indipendenza va corroborata con prove e atti che la rendano inattaccabile. Il lavoro che, entrambi, abbiamo davanti può essere condiviso o parallelo, dipende dalla volontà e dall’impegno di ciascuno. Gli ultimatum, anche quelli garbati, non portano a nulla. I problemi da fronteggiare e risolvere, per dare al Molise e ai giovani molisani le opportunità che meritano, non si concentrano nelle sedi e nelle facoltà da tenere in vita. I problemi e la sfida stanno nella costruzione delle opportunità. Anche noi ci aspettiamo un cambiamento riconoscibile, evidente, premiante per il Molise prima ancora che per il resto. La Regione ha l’obbligo di operare e dimostrare di poter rimanere Regione – conclude un caustico governatore – e può farlo solo preservando le risorse a sua disposizione per investimenti a esclusivo beneficio dei cittadini e del tessuto produttivo del nostro Molise. Altrettanto tocca all’ateneo, che noi vogliamo difendere da ogni minaccia nella consapevolezza, però, che spetta a tutti mettere in campo capacità, qualità e rigore. Con un approccio costruttivo. Esempi di enti capaci di dare sostanza alla loro autonomia funzionale non mancano in questa Regione, basta emularne il buon funzionamento e le buone pratiche. Questo deve essere lo spirito comune, condiviso e costruttivo che dovrà vederci uniti, Università e Regione, nell’appuntamento del prossimo 4 giugno con il ministro Giannini. E questo ci auguriamo sarà”. Insomma, basta con l’assistenzialismo. Condivisibile, in linea di principio. Ma Frattura dimentica di dire che a settembre scorso ha cancellato un Accordo di Programma Quadro per ricerca e innovazione con il quale all’Unimol vengono meno 15 milioni di euro destinati all’edilizia universitaria e 7 milioni di euro per la ricerca, con questi ultimi fondi che avrebbero potuto attivare 62 posti di ricercatori e operatori della ricerca a tempo determinato, una risposta al fabbisogno di occupazione intellettuale così sentito nel Molise. Il taglio della Giunta Frattura, (delibera 26 luglio 2013 n. 362) profonda delusione e stupore nei confronti dell’esecutivo da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Università del Molise e del Senato Accademico, presieduti all’epoca dall’ex rettore Giovanni Cannata. Insomma, mentre a livello internazionale, nazionale e di molte Regioni italiane l’investimento in capitale umano viene considerato come risposta alla crisi di sviluppo, in Molise si è cancellato con un tratto di penna una potenzialità per i giovani. Anche Palmieri, giustamente, ha alzato la voce. E Frattura, per tutta risposta, ha scelto di fare la guerra. Anche all’Università.

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