Lo ha dichiarato la direttrice di Telemolise, all’indomani della pubblicazione delle motivazioni della sentenza. Elementi che saranno chiariti in una conferenza stampa annunciata per lunedì
CAMPPBASSO. “Siamo stati assolti con formula piena, ed è un sollievo dopo tre anni di ingiusti tormenti”. Questa la dichiarazione della direttrice di Telemolise Manuela Petescia, all’indomani della pubblicazione della sentenza (di cui pubblichiamo uno stralcio, in basso) con cui la giornalista e il magistrato Fabio Papa sono stati assolti, “perché il fatto non sussiste”, nel processo sul presunto ricatto al governatore Paolo di Laura Frattura.
“Questo processo – ha dichiarato Petescia – avrebbe potuto aprire una terribile falla nella giustizia: la libertà di accusare le persone di reati gravissimi con ritardo biblico rispetto ai fatti e senza una prova che non fosse il racconto confuso e contraddittorio degli stessi accusatori. Siamo riusciti a dimostrare la nostra innocenza e ora siamo parti offese di un processo per calunnia”.
“Per quanto concerne – ha aggiunto la direttrice di Telemolise – le affermazioni sulla presunta mancata valutazione di calunniosità da parte di Diella mi preme sottolineare che il giudice non si pronuncia, non essendo tecnicamente il dominus dell’azione penale, ma sollecita la Procura a verificare il materiale di interesse emerso dalle sue stesse motivazioni. E infatti scrive a conclusione delle motivazioni che spetta al titolare dell’azione penale effettuare le valutazioni che sul punto riterrà più fondate, anche alla luce di quanto argomentato nella presente sentenza, già contenente di per sé materiale di interesse per il pm”.
Del resto, ha concluso la giornalista, la Procura di Bari ha già iscritto, sin dal deposito del dispositivo, Frattura e Di Pardo nel registro degli indagati per calunnia, così come gli ex dirigenti della Squadra Mobile di Campobasso. Manuela Petescia ha comunque annunciato una conferenza stampa, che terrà lunedì alle 16.30 all’Hotel San Giorgio di Campobasso unitamente agli avvocati Arturo Messere, Erminio Roberto e Paolo Lanese.
