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Coronavirus, è un medico del 118 di Riccia l’ultimo caso positivo. Toma frena: no alla psicosi

Si tratta di un 55enne di Termoli, che ha prestato servizio anche altrove. Il sindaco Pietro Testa: chiusa la postazione del servizio di emergenza e urgenza in paese, operatori in quarantena. Venticinque in tutto i casi di Covid-19 in regione, compresi i due pazienti trasferiti da Bergamo


CAMPOBASSO. È un medico del 118 di Termoli, che ha prestato servizio a Riccia ma non solo, l’uomo di 55 anni risultato positivo al Covid-19 nel pomeriggio. Si tratta del 25esimo caso di coronavirus in Molise (26 se si conta anche l’uomo termolese deceduto ieri, Salvatore Cannarsa, prima vittima negli ospedali molisani dopo lo scoppio dell’epidemia). Questa la situazione generale alle 20 di oggi, 17 marzo: 5 le persone in Terapia intensiva, di cui 2 pazienti provenienti da Bergamo e 6 nel Reparto di Malattie infettive, tutte ricoverate presso il Cardarelli di Campobasso. Sono 14, invece, le persone in isolamento domiciliare.

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La delicata professione svolta dal 55enne ha determinato la chiusura temporanea della postazione del 118 a Riccia con conseguente quarantena di tutti gli operatori. Si tratta del secondo caso accertato nel comune del sindaco Pietro Testa, dopo quello dell’87enne riscontrato ieri. Proprio le condizioni dell’anziano, stando a quanto riferito su Facebook dal primo cittadino, non desterebbero particolari preoccupazioni: “sembra stare meglio – queste le parole di Testa – Oggi, l’ho chiamato per portare la nostra solidarietà e mi ha riferito di non avere più febbre. Tutti i familiari stanno bene, non hanno sintomi e, come previsto dalla normativa, sono stati messi in quarantena. L’amministrazione comunale sta lavorando a stretto contatto con l’Azienda sanitaria per la mappa epidemiologica e per lo studio di altri eventuali canali di contagio. Nel frattempo, tempestivamente sono state adottate tutte le misure previste per il contenimento della diffusione del coronavirus. Ringrazio per questo tutte le persone interessate per la disponibilità e il personale sanitario, civile e militare per l’impegno solerte e attento.
Continuiamo tutti a mantenere un comportamento responsabile e a restare a casa – l’apppello del sindaco di Riccia – È importantissimo che ciascuno faccia la sua parte”.

Il nuovo caso a Riccia – pur non trattandosi, ripetiamo, di un residente, ma di un medico di Termoli – ha inevitabilmente generato la paura in paese, sulla quale cerca di frenare il governatore Donato Toma, sentito al termine di una riunione operativa con il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano e con il direttore sanitario Maria Virginia Scafarto. “Nessuna psicosi – così il presidente della Regione tenta di tranquillizzare la popolazione – stiamo facendo gli accertamenti per ricostruire i contatti e isolare chi deve essere isolato. In Molise, che è una piccola regione, siamo in grado di seguire tutti i casi”.

Prima la rassicurazione, poi la precisazione. “Non è escluso – ha detto ancora il governatore Toma – che possa aversi un aumento ulteriore di casi in Molise nei prossimi giorni. Anche legati ai cluster epidemiologici che si sono evidenziati. Ma la situazione è ancora sotto controllo, certo la popolazione deve collaborare con noi, non uscendo di casa. Capisco che non è facile e stiamo pensando anche a fornire un supporto psicologico a chi ne ha bisogno. Ma in questo momento occorre mantenere la calma e fidarsi del nostro sistema sanitario”. Intanto, c’è anche la buona notizia: sempre Toma riferisce di un uomo ricoverato nel reparto Malattie Infettive del Cardarelli che è tornato a casa quest’oggi, essendo le sue condizioni migliorate.

Un sistema del quale Toma ha parlato oggi, nella riunione del Tavolo permanente regionale, presieduto dal vice presidente del Consiglio regionale Gianluca Cefaratti, con i vertici dell’Asrem e della Protezione civile, in cui è stato illustrato il piano per l’emergenza Covid-19. Partendo dall’ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso, dove tra Terapia intensiva e Malattie infettive sono ricoverati tutti i pazienti che non possono essere curati a casa. Compresi i due arrivati dalla Lombardia per essere assistiti in regione. 

Al ‘Cardarelli’ i posti letto previsti per la prima fase, 10 in Terapia Intensiva/Rianimazione e 9 in Malattie infettive, saranno portati a 13 posti letto per Terapia intensiva, con l’aggregazione di Medicina di accettazione e di urgenza, e a 21 posti letto di Malattie infettive, con l’accorpamento di Urologia.

Nella terza fase, poi, con l’accorpamento del blocco operatorio, i posti di Terapia intensiva saliranno a 19, mentre quelli di Malattie infettive a 37, utilizzando tutto il quinto piano del Cardarelli.

La quarta fase, in ultimo, quella di maggior gravità dell’emergenza, prevede il coinvolgimento degli ospedali di Termoli ed Isernia, nonché delle private accreditate Neuromed e Gemelli. In quest’ultima fase è previsto l’utilizzo degli ospedali di Larino e Venafro per la gestione di malati con necessità di livello assistenziale più basso, senza terapie intensive.

Indispensabile, ovviamente, procedere a nuove assunzioni: si cercano 20 anestesisti e 6 infettivologi, con la procedura per le assunzioni a tempo determinato già avviata. Ai medici e al personale sanitario dovranno aggiungersi i macchinari: oggi sono già in funzione 50 ventilatori polmonari, compresi quelli delle sale operatorie, che dovranno essere aumentati di pari passo con l’aumento dei posti letto in Terapia intensiva.

Infine il farmaco anti artrite, che sembra stia dando una buona risposta. Come ha chiarito il direttore generale dell’Asrem Florenzano l’Aifa ha autorizzato la sperimentazione del medicinale solo per circa 300 pazienti. E solo quelli particolarmente gravi.

Carmen Sepede 

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