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Il Covid hospital si farà: l’annuncio di Toma. Impegno del Governo Draghi, ma i medici non ci sono

Il governatore-commissario annuncia lo sblocco della procedura e l’utilizzo di 3 milioni di euro aggiuntivi. Struttura pronta non prima della prossima primavera. Resta il problema della carenza di anestesisti, per far funzionare i posti di Terapia intensiva


CAMPOBASSO. Molise alla presa con la quarta ondata della pandemia, arriva l’annuncio del governatore e commissario alla sanità Donato Toma: il Covid hospital di Campobasso si farà. Con un investimento da oltre 7 milioni di euro.

Risolto il problema dell’insufficienza dei finanziamenti, il Governo Draghi ha dato disponibilità a sbloccare le risorse aggiuntive, 3 milioni di euro, che si aggiungono ai 4 milioni e mezzo stanziati un anno fa, dovrebbe essere pubblicato nel giro di qualche settimana il bando per la realizzazione dell’intervento. Con il nuovo ospedale realizzato nell’ala ex hospice del ‘Cardarelli’ che dovrebbe essere pronto entro la primavera 2022. Un anno dopo il previsto.

Un progetto partito nel 2020, con l’Italia e il Molise ancora nella morsa del virus e senza i vaccini per fronteggiare la pandemia. A bandire la procedura di gara, prima della stipula della convenzione da parte di Asrem, l’ex commissario all’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri. Poi la necessità di rimodulare il progetto e il quadro economico. Con i lavori ancora fermi al palo.

“Ho avuto le rassicurazioni del ministro per il Sud Mara Carfagna – le parole di Donato Toma – per l’utilizzo di oltre 3 milioni di euro aggiuntivi, provenienti dalle risorse del Fondo sviluppo e Coesione. C’è l’impegno del Governo e presto la procedura potrà essere riavviata. Con il Covid hospital avremo a disposizione una struttura che ci consentirà di fronteggiare l’ultima – si spera – fase della pandemia e che poi potrà essere riconvertita, quando il Coronavirus sarà definitivamente debellato”.

“Ma il problema di oggi – ha aggiunto il presidente-governatore – non è nella carenza di posti letto di Terapia intensiva per fronteggiare i casi più gravi. Attualmente abbiamo 39 posti in Intensiva, se ne realizziamo altri come li facciamo funzionare se non abbiamo medici e soprattutto anestesisti? Il problema più grande è proprio questo, la carenza di medici e rianimatori. Speriamo che con il nuovo concorso bandito dall’Asrem si possa riuscire a reperire queste figure. Che sono essenziali per far funzionare la nostra sanità”.

Carmen Sepede

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