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Pos 2019-2021, il Tar Molise: lacune nella della gestione delle patologie tempo dipendenti e della rete di emergenza urgenza

A presentare il ricorso per l’annullamento nel 2021 il Comune di Campobasso e il Comitato pro Cardarelli


CAMPOBASSO. Criticità nella gestione della rete di emergenza urgenza. Questo quello che emerge dalla sentenza del Tar Molise sul ricorso per l’annullamento del Pos 2019/2021 presentata dal Comune di Campobasso e dal Comitato Pro Cardarelli.

“Finalmente la sentenza del Tar mette un punto fermo sulla difesa della sanità pubblica e sulla tutela del diritto alla salute nella nostra regione – le parole della sindaca di Campobasso Paola Felice nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la Sala Civica di Palazzo San Giorgio, a Campobasso – L’azione che abbiamo portato avanti si è basata sul garantire l’interesse dei cittadini molisani nelle strutture presenti su tutto il territorio regionale, a partire dall’ospedale Cardarelli di Campobasso, che però purtroppo continua a perdere il suo ruolo pubblico di hub regionale. Ci siamo chiesti se il diritto di cura dei pazienti nel servizio sanitario molisano sia garantito o meno, in particolare in caso di emergenza urgenza. A questa domanda il tribunale amministrativo ci risponde accogliendo il nostro ricorso ed esprimendosi in particolare sotto il profilo dell’organizzazione della rete ospedaliera, della gestione tramite le strutture sia pubbliche che accreditate delle reti definite tempo dipendenti e concernenti la gestione dell’ictus, della rete neurologica e del trattamento dei politraumi”.

“Purtroppo le sentenze avvengono a fatti accaduti – ha proseguito il presidente del Comitato Pro Cardarelli Mino Dentizzi – Con questa sentenza non terminerà la battaglia del Comitato Pro Cardarelli, che continuerà nella difesa della sanità pubblica. Dobbiamo fare una battaglia seria sul territorio. Dobbiamo fare in modo che il cittadino non arrivi in ospedale, perché tutte le malattie possono essere prevenute e curate a domicilio, nei luoghi il più vicini possibile al paziente. Saremo sempre in prima linea in queste battaglie”.

“La sentenza del Tar ha evidenziato, anche se a distanza di tempo, perché è una causa intrapresa quattro anni fa, una gestione della programmazione sanitaria regionale una continuità nello smantellamento della sanità pubblica e del rafforzamento delle strutture private” ha affermato l’avvocato Pino Ruta.

“Questo è avvenuto a discapito di alcune patologie tempo dipendenti per le quali la tutela del paziente è legata strettamente al tempo. O si interviene con una tempistica stringente, penso alla neurochirurgia e alla cardiochirurgia, o purtroppo si arriva all’evento infausto. E il Tar questo lo traccia. Soprattutto sulla neurochirurgia, perché è stato smantellato il presidio del Cardarelli ed è stato demandato tutto ad una struttura privata. Ma questo è stato fatto al buio, perché la struttura privata non ha un Pronto Soccorso. Chi ha un ictus non può rivolgersi direttamente al Neuromed. Non ci sono accordi di confine. Una programmazione sanitaria gestita non in favore della tutela dei cittadini. La sentenza mette nero su bianco che la sanità pubblica è stata smantellata”.

“La sentenza del Tar Molise sul ricorso per l’annullamento del Pos 2019/2021, fa il paio con l’istanza, accolta nel maggio scorso dal Consiglio di Stato, con cui il Comune di Campobasso e il Comitato Pro Cardarelli, che ricordo hanno impugnato il Programma Operativo sanitario 2019-2021, chiedevano di ordinare al Commissario ad Acta alla Sanità di produrre una relazione dettagliata sui criteri utilizzati per redigere il Piano” ha evidenziato il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Roberto Gravina, che nel 2021, da sindaco di Campobasso decise di intraprendere insieme al Comitato Pro Cardarelli la strada giurisdizionale per chiedere l’annullamento del Programma operativo sanitario (Pos) 2019-2021 adottato dall’allora Commissario ad acta per la sanità e presidente della Regione, Donato Toma.

“Come sottolineammo sin da subito, il Pos 2019/2021 conteneva numerose lacune le cui ripercussioni rischiano di produrre effetti sulla salute e la sicurezza della collettività, basti avere presente ciò che scrisse in merito il Consiglio di Stato quando evidenziò nel Piano l’assenza di misure per contrastare il verificarsi di fenomeni potenzialmente letali, quali l’ictus emorragico”.

“Oggi, nelle pieghe di questa sentenza del Tar Molise troviamo certificato come, negli anni, il ruolo e la funzione del servizio sanitario pubblico sia stato progressivamente svilito, con la chiusura di alcuni reparti e nello specifico con la chiusura di quello di neurochirurgia, rendendo impossibile il soddisfacimento dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) in ordine, soprattutto, ai politraumi che hanno così richiesto accordi fuori regione. Inoltre, nella sentenza viene rilevato come, rispetto a quello che era scritto nel Pos precedente, nel Pos impugnato e ora dichiarato in parte illegittimo dal Tar e quindi di fatto decaduto, su Neuromed non esista un protocollo d’intesa che specifichi e rafforzi le garanzie per i cittadini di poter ricevere cure specifiche per quanto riguarda le esigenze di tipo neurochirurgico. Le nostre preoccupazioni sulla fragilità estrema della rete dell’emergenza urgenza e su quella per le malattie tempo dipendenti e i politraumi non erano campate in aria” ha chiosato Roberto Gravina.

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