HomeNotizieCRONACARifiuti a Santa Maria delle Monache, problema risolto… ma non troppo

Rifiuti a Santa Maria delle Monache, problema risolto… ma non troppo

L’abbandono dei materassi sarebbe frutto di un equivoco sul ritiro programmato, ma Emilio Izzo torna a tenere alta l’attenzione sui molti aspetti di degrado del centro storico


ISERNIA. Sarebbe stato frutto di un ‘semplice’ fraintendimento l’increscioso episodio di incuria verificatosi a Isernia, nella piazzetta del complesso di Santa Maria delle Monache, che da ieri sera tiene banco sui social network.

Al commento di sdegno lasciato dal consigliere comunale Nicola Moscato sul post ‘incriminato’ ha fatto seguito una serie di spiegazioni da parte dei residenti, secondo i quali “il comune ha detto di metterli fuori” perché il materiale avrebbe dovuto essere ritirato questa mattina da parte della nettezza urbana. “L’incaricato dell’isola ecologia ha detto di metterla fuori che alle 5 di mattina inizia il giro e l’avrebbero caricata”, si legge nei commenti. Moscato però ‘gela’ chi sostiene tale tesi: “Come ho già detto esiste un numero di telefono al quale rivolgersi per farsi caricare quel materiale direttamente dagli operatori senza che siano di intralcio o creino disagi alla popolazione. Ad ogni modo, non mi sembra una scelta felice (per usare un eufemismo) lasciarli abbandonati in quel modo, in quel punto della città. Non so con chi nello specifico abbiate parlato e domattina approfondirò la cosa. Ma vi invito gentilmente, per senso civico, ad intervenire voi stessi e porre rimedio a quello scempio”.emilio izzo foto manocchio

Tutto risolto, dunque? Non proprio. Sulla questione è intervenuto anche Emilio Izzo, cittadino e notissimo attivista per la cultura. “Il nocciolo del problema – ha commentato, raggiunto telefonicamente da isNews – è altrove. Non solo il centro storico, ma la città tutta vive una situazione di degrado culturale permanente che nasce da un’incuria pregressa a partire dalle amministrazioni. Restando solo alla zona interessata – senza citare il Paleolitico e tutte le altre questioni – e tralasciando la questione dello spopolamento: basta guardare già i sampietrini divelti di piazza San Pietro Celestino, o la frana di via Occidentale che da anni ormai giace lì mai sgomberata, un pericolo per la sicurezza della cittadinanza ma anche un simbolo del disinteresse imperante. Oppure, parliamo dell’indegno stato in cui versano i vicoli, preda di deiezioni canine e rifiuti (questione di cui isNews si è già occupata, NdR). Ma arriviamo al complesso di Santa Maria. Un museo tenuto chiuso per cinque anni, che nello scorso anno ho provato a rivitalizzare realizzando una serie di eventi culturali ma che è tornato all’abbandono e alla chiusura, forse per conflitti tra la soprintendenza e l’amministrazione comunale. Una chiesa monumentale meravigliosa, anche questa aperta solo in rarissime occasioni, tenuta chiusa con un cancello fatto in tubi Innocenti. Come può il cittadino ‘sentire’ di star mancando di rispetto a qualcosa di simbolico, di culturalmente importante, se è proprio a monte che mancano le politiche per tradurre questo messaggio in risoluzioni concrete per ‘educarlo’ in tal senso?”.

La ‘questione culturale’ a Isernia rimane aperta. Certo è che, equivoci a parte, pensare di utilizzare uno dei luoghi simbolo della cultura cittadina come punto di raccolta rifiuti è sintomatico di un problema più ampio.

Pierre

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