Nuovo colpo di scena nella vicenda della compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra: il broker molisano con agganci internazionali è accusato di autoriciclaggio. Attesa per il deposito delle motivazioni
ROMA. La Terza sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Riesame di Roma che, nello scorso mese di aprile, aveva confermato la misura cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti del broker molisano Gianluigi Torzi.
Nei confronti dell’imprenditore con agganci internazionali pendevano le ipotesi di reato di autoriciclaggio ed emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti relative al denaro ottenuto dal Vaticano per l’acquisizione della proprietà del palazzo di Sloane Avenue n. 60 a Londra. Lo comunicano i difensori di Torzi, gli avvocati del Foro di Roma Ambra Giovene e Marco Franco all’agenzia di stampa AdnKronos.
Per i penalisti “questo annullamento sarà un importante tassello per la dimostrazione dell’innocenza” del loro assistito: il materiale probatorio era stato fornito all’autorità giudiziaria italiana dagli stessi Promotori di Giustizia vaticani.
“Prende corpo l’infondatezza del teorema accusatorio elaborato dall’autorità giudiziaria vaticana, già demolito dal giudice inglese Baumgartner”, sottolineano ancora i difensori, autorità che aveva contestato a Torzi un illecito profitto per 15 milioni di euro.
Si tratta di un annullamento con rinvio, quello deciso dai giudici della Suprema Corte dopo il ricorso presentato dai legali. Dopo il deposito delle motivazioni dei giudici la questione tornerà davanti al Tribunale della Libertà, che dovrà svolgere nuovamente una valutazione alla luce dei punti che verranno evidenziati dalla Cassazione. Torzi, nel maggio
