Il presidente del Consiglio comunale di Campobasso, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico e ufficialmente collegato a Nicola Zingaretti, ‘racconta’ la sua visione e rimarca la decisione del Comitato di assegnargli il simbolo: rinnovamento e riformismo, guardando a sinistra e ai temi ‘distanti’ dalla politica attuale non senza ‘punzecchiare’ il suo diretto competitor
CAMPOBASSO. Nessun equivoco o confusione. Il simbolo che accompagna Nicola Zingaretti nella corsa verso la segreteria nazionale del Partito Democratico, in Molise c’è. E, sui tre candidati locali che lo sostengono, è stato ‘consegnato’ solo a Michele Durante, la ‘sorpresa’ di questa competizione politica che si appresta a vivere gli ultimi dieci giorni di fuoco.
“Un po’ di confusione in effetti c’è stata – spiega Durante, presidente del Consiglio comunale di Campobasso, una delle poche amministrazioni di centrosinistra rimaste sul territorio molisano – ma è bene rimarcare che io ho ricevuto dal Comitato e dal presidente Zingaretti l’assegnazione del simbolo”.
Importante chiarirlo, soprattutto in un contesto locale dove la partita per la segreteria nazionale sembra di quelle ‘senza storia’ ma che, nel rettangolo di gioco tutto locale, vede tre aspiranti segretari tifare tutti per lo stesso capitano.
La lista è stata presentata, si chiama “Piazza Grande con Durante’ e questo la dice lunga sul chi appoggia chi, nonostante si tenti di far passare il concetto come ‘accessorio’.
“Abbiamo poco tempo per la campagna elettorale – spiega Michele Durante nel corso di un incontro con la stampa – e giochiamo aggiungendo forza e freschezza ad un progetto di rinnovamento che non contempla alcuna rottamazione perché il centrosinistra ha bisogno di allargare il campo”. Non a caso la piazza, a Roma, in un giorno di fine settembre, ha chiesto proprio questo al Pd e allo schieramento. Unità. Che significa più idee, maggiore confronto, sensibilità diverse che aggiungono temi al dibattito. Perché non è il tempo politico – sebbene guardando le vicende nazionali non sembri – dell’esclusione.
“Scelte nette e decise – continua Durante – per il lavoro, per la scuola, per una sanità che guardi davvero a tutti, per la tutela e l’economia ambientale, per l’equità e la solidarietà sociale”.
Parole, concetti, argomenti spariti dall’agenda politica che si nutre di paure. “Per questo andare a votare, partecipare alle Primarie del Pd assume un significato troppo importante per evitare di uscire di casa domenica 3 marzo – rimarca ancora – perché abbiamo il dovere di costruire un argine imponente a quella destra prepotente e razzista che oggi mostra i muscoli”.
L’elettorato di centrosinistra che ha scelto di dare fiducia al Movimento 5 Stelle e quello che non è andato a votare per ‘protesta’ oggi, con molta probabilità, si sta mangiando i gomiti. Con altissima probabilità si pente amaramente di aver dato fiducia a chi, da poche ore, ha fatto scempio di quel voto, di quella fiducia mal riposta evidentemente.
