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“La beffa delle beffe è che dobbiamo formare i colleghi che dal 1° novembre dovranno sostituirci”

Ex Cattolica di Campobasso, i sindacati “intervistano” i 45 infermieri prossimi al licenziamento 

CAMPOBASSO. A pochi giorni dal fatidico 31 ottobre 2013, le Segreteria regionali dei sindacati del Molise hanno ascoltato la voce dei 45 infermieri in procinto di licenziamento da parte della Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso.

Si sta avvicinando la data ultima per il vostro licenziamento, quale è il vostro stato d’animo?
Siamo 45 infermieri responsabili del fatto che la struttura ci sta usando per raggiungere altri obiettivi, noi continuiamo a lavorare anche se mentalmente è veramente difficile tenuto conto che le lancette dell’orologio girano molto velocemente e il 31 ottobre si avvicina inesorabile. La beffa delle beffe è che dobbiamo formare i colleghi che dal 1° novembre dovranno sostituirci, e questo lo troviamo ancora più assurdo.
Questa situazione ha influito negativamente sui servizi offerti dalla struttura sanitaria?
La Fondazione sta riducendo tutte le attività per permettere alla struttura di non collassare dal primo di novembre con l’uscita di noi 45. Il loro obiettivo è dimostrare che sono in grado di “reggere” alla nostra dipartita, ma lo si fa semplicemente riducendo drasticamente l’attività, basti pensare come lavoravano gli ambulatori prima e come lavorano oggi. Bisogna tener presente che gli ambulatori sono la porta di ingresso dei pazienti in ospedale, da quando gran parte degli infermieri in ambulatorio (trasferiti nei reparti) sono stati rimpiazzati con colleghi che lavorano ad orario ridotto, come si può gestire l’utenza?
Razionalizzazione del servizio, ma quali le conseguenze?
Fino al mese di luglio 2013 il personale del blocco operatorio svolgeva turni di reperibilità festive e notturne divise per specialistica: due infermieri per la cardiologia interventistica, due per la cardiochirurgia e due per la chirurgia e ginecologia oncologica. Tale numero di personale era determinato dal fatto che dovevano esserci per ogni specialità la propria equipe in caso di urgenza/emergenza. Con la “razionalizzazione” del personale infermieristico determinato dalla Direzione le reperibilità vengono gestite da un infermiere per specialistica, ciò significa che se per esempio scatta l’urgenza nelle sale di chirurgia il personale infermieristico è tutto occupato per quel determinato intervento e non si ha personale reperibile per le sale delle altre specialistiche.
Quali sono le difficoltà nel dover far apprendere nuove tecniche ai vostri colleghi?
In sala operatoria, i colleghi che ci devono sostituire anche se sono ben volenterosi non hanno il tempo necessario per poter apprendere tutto in così poco tempo, basti pensare che per diventare uno strumentista di sala operatoria completo bisogna che passi almeno un anno. E quindi cosa succede? Succede che per le reperibilità siamo sempre e solo noi a coprire i turni, come ad esempio la reperibilità del 15.09.2013 dove dalle ore 24:30 sino alle 7:30 del mattino seguente si ritrovavano a lavorare tre infermieri (in esubero) su un intervento di cardiochirurgia ad alta complessità.
Il futuro quale sarà secondo voi?
Ci chiediamo come mai una struttura che dice di avere un esubero di personale non riesca comunque a raggiungere il budget dato dalla Regione, ciò non avviene solo da quest’anno, anche negli anni passati si è verificata la stessa situazione, noi tutti ci chiediamo come può la
Fondazione arrivare ad utilizzare questo benedetto budget dato dalla Regione se adesso gli mancherà anche la forza lavoro.

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